Contus de Arrejolas – I racconti delle riggiole

Con il termine riggiola si indica l’antica mattonella in ceramica che abbelliva le case dei nostri antenati. I nostri nonni e bisnonni riuscivano a dare luce e colore alle loro case spesso buie, umide e malsane, con queste splendide ceramiche fatte e decorate a mano che, inesorabilmente, quando venivano sostituite, finivano nelle discariche. Le mattonelle esposte sono state salvate da questa sorte o dall’utilizzo come sottofondo per strade, piazze e parcheggi. Per la maggior parte prodotte nel napoletano e in Sicilia, alcune tra le più antiche, e preziose, dalla Liguria e dalla Spagna. E tutte, ma proprio tutte, raccontano storie, tante storie. Raccontano di fabbriche, di famiglie, di commerci e di altre vite vissute in un quartiere straordinario come è il quartiere di Castello a Cagliari.

Durante gli anni della sua esistenza in via Lamarmora 67 a Cagliari, il laboratorio “Far Ceramica di Mercedes Mariotti”, attivo dal 1992 al 2007, ha collezionato centinaia di riggiole di Castello, il quartiere che lo ha ospitato. Il più antico della città. Far Ceramica si trova al piano terra di un palazzo del 1650 tutelato dalla soprintendenza in base alla legge del ’39. Pietre calcaree alle pareti, ginepro al soffitto, 2 cisterne puniche sotto il piano di calpestio che prima facevano da contorno ad un’attività artigianale, ora proteggono  centinaia di mattonelle catalogate ed esposte alle pareti coi loro straordinari disegni e colori.

Le Riggiole raccontano di fabbriche, di materiali utilizzati, di tecniche e periodi di produzione. Ma soprattutto parlano delle case da cui le mattonelle provengono e della vita di persone che in quelle case sono nate e hanno vissuto dal 1300 al 1900. Il piccolo museo apre ad ottobre del 2014, col nome di Contus de Arrejolas (i racconti delle riggiole).

Contus de Arrejolas espone una piccola collezione che intende preservare una grande ricchezza. E questo la gente del quartiere lo capisce subito. Claudia, che abita nella stessa via del museo, viene un giorno con una piccola scatola. “Esponi anche queste” mi dice nell’affidarmi i pezzi forse più preziosi di tutti. Sono piccole mattonelle di produzione spagnola che raffigurano lo stemma di una famiglia catalana che arrivò a Cagliari nel 1324. E con le riggiole di Claudia arrivano quelle di Emanuela, di Gianluca, di Roberto, del sig Durzu, del sig Orrù, di Paolo, di Marisa, di Nella, di Piero, di Maria. Piccoli pacchetti che racchiudono grandi tesori. Volentieri se ne privano perché entrino a far parte di un racconto condiviso. Il racconto del quartiere. Il racconto di Castello.

Castello che era il cuore della città di Cagliari è oggi come una tetra periferia. Si vive tra le macerie dei bombardamenti del 1943 con problemi di spopolamento, mancanza di servizi, macchine che invadono strade e piazzette, poste e tabacchino assenti, cornicioni che si sgretolano quando soffia il vento di maestrale.

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